Giovanni Fattori, 1825-1908. Il ‘genio’ dei Macchiaioli a Piacenza

Giovanni Fattori 1825-1908 - Il maestro dei Macchiaioli, 2025. Visione d'insieme, XNL, Piacenza

XNL accoglie un'importante esposizione dedicata a Giovanni Fattori 1825-1908. Il 'maestro' dei Macchiaioli – sotto la direzione artistica di Fernando Mazzocca, Elisabetta Matteucci e Giorgio Marini e allestita in occasione del bicentenario della nascita dell'artista (facendo riferimento al Catalogo ragionato recentemente pubblicato a cura di Giuliano Matteucci) con 170 creazioni (100 tele e 70 tra schizzi e stampe) che propongono analisi approfondite sull'artista e la sua produzione.

Figura emblematica e interprete del Naturalismo europeo della seconda metà dell'Ottocento, Fattori incarna passioni e contraddizioni di un'epoca che, dopo la 'delusione risorgimentale' del non essere riusciti a forgiare un'Italia migliore, affronta il complesso avvio dell'Italia unita in cui l'artista continua a prediligere la "pittura militare" ('quadri di soldati' come li denomina) magnifica nei risultati sia nelle opere pittoriche sia nella grafica, ma non redditizia come gli fanno notare inutilmente la Società Promotrice di Torino e persino il sovrano... considerando che per l'intera esistenza combatte tenacemente con problemi economici... Innegabile è che attualmente sia le sue opere monumentali, mai celebrative, come la Battaglia di Custoza (1880) – lavoro successivamente acquisito dallo Stato – da cui traspaiono sforzo, inquietudine, sudore e paura attraverso tonalità sbiadite e trasparenti, quasi surreali, oggetto inizialmente di critiche, che invece esprimono perfettamente lo sconforto psicologico di coloro che hanno visto stendersi il manto doloroso della sconfitta dopo tanto dispendio di energie ed entusiasmi, sia quelle di formato ridotto nelle quali l'artista descrive vita quotidiana, isolamento e altre difficoltà dei soldati risuonano veramente come monito inascoltato – ieri come oggi – contro l'inutile crudeltà della guerra. 

Il paradosso risiede nel fatto che Fattori non ha mai impugnato un fucile, ma si è documentato meticolosamente sugli eserciti tanto da conservare in atelier divise militari.

Fondamentali la sua figura per approfondire la storia dei Macchiaioli e le sue creazioni come fonte d'ispirazione per la cultura del XX secolo (ne sono esempi illustri tra gli altri Ugo Ojetti e Giorgio de Chirico) e per importanti registi italiani come Alessandro Blasetti, Roberto Rossellini, Sergio Leone e particolarmente Lucchino Visconti che in Senso e Il Gattopardo riprende atmosfere di Fattori. Il filmato in rassegna suggerisce una probabile influenza anche per Ford e Kurosawa.

BIOGRAFIA
Venuto al mondo a Livorno in una famiglia che non percepisce le sue inclinazioni artistiche e destinato a partecipare all'attività familiare legata alla canapa, Fattori viene notato da un conoscente della famiglia. Il genitore ne asseconda la predisposizione e a quindici anni frequenta lo studio del pittore Giuseppe Baldini. 

Trasferitosi a Firenze, partecipa all'Accademia di Belle Arti e al Caffè Michelangiolo. Di carattere franco, estroverso, saggio e dalla replica pronta e folgorante, spontaneo, sensibile e capace di cogliere i movimenti dell'animo, si schiera dalla parte dei vulnerabili e degli sconfitti. 

Il primo Autoritratto (1854) viene inserito, ancora lui in vita, nella sezione 'Autoritratti' della Galleria degli Uffizi. 

Debutta alla Società Promotrice fiorentina e sposa la giovane Maria Settimia Vannucci di cui è profondamente innamorato: afflitta da tisi le rimane accanto fino all'ultimo non badando a spese per condurla in luoghi salubri continuando a lavorare e a contrarre debiti. Rimasto solo, prosegue l'attività esponendo alle Promotrici di diverse città e successivamente all'estero anche oltreoceano e consegue negli anni riconoscimenti e numerosi incarichi didattici. Ospite di Martelli a Castiglioncello fonte d'ispirazione per nuove tele, si dedica intensamente al lavoro, conosce e frequenta personaggi illustri, ma è costantemente afflitto da problemi finanziari. Contrarrà matrimonio altre due volte e la sua esistenza è caratterizzata da un continuo partecipare con ritmo quasi frenetico a esposizioni e spostamenti ovunque.

Assaporiamo l'eccellente abilità descrittiva del Maestro percorrendo le sezioni della mostra iniziando da I soldati del '59. La nascita della Macchia in cui possiamo avvertire l'insoddisfazione verso le metodologie tradizionali dell'Accademia di Belle Arti di Firenze considerate antiquate. I contestatori si radunano al Cafè Michelangiolo (nelle vicinanze del Duomo) dove dal 1848 si ritrovano insieme a letterati e si autodefiniscono "progressisti", poi chiamati con disprezzo "macchiaioli". 

Tra questi si trova Fattori alla ricerca di uno stile personale che in parte scopre grazie a Saverio Altamura: questi di ritorno da Parigi informa i compagni sul ton gris e sullo "specchio nero" che desaturando la natura permettono di cogliere la macchia. Giovanni trae ispirazione osservando i contingenti francesi (inviati da Napoleone III per sostenere il nascente Regno d'Italia) e nei 'celebri suoi taccuini' annota appunti che utilizza con notevoli risultati come in Soldati francesi del '59 (1859 ca.), opera manifesto del nuovo linguaggio. Incoraggiato dagli amici, specialmente dal romano Nino Costa, partecipa vincendolo al concorso indetto dal barone Bettino Ricasoli (allora capo del Governo Provvisorio toscano) con Il campo italiano dopo la battaglia di Magenta realizzato su grande formato nel 1862.

Giovanni Fattori 1825-1908- Il genio dei Macchiaioli, 2025. Installation view, XNL, Piacenza
Giovanni Fattori 1825-1908- Il genio dei Macchiaioli, 2025. Installation view, XNL, Piacenza

L'epica delle grandi battaglie presenta un Fattori cronista distante dalla retorica ufficiale: raffigura Garibaldi a Palermo (1860-1861) e Assalto alla Madonna della Scoperta (1868) dipinti con intensità cinematografica e alternati da bozzetti e disegni a olio; di particolare drammaticità le acqueforti soprattutto con tematiche relative all'ineluttabile e sofferto tran tran di esercitazioni e marce come Grandi manovre (1885 ca.) e Manovre di cavalleria (1902). 

È L'ordinario quotidiano della vita militare che il pittore "che non fu soldato" rappresenta con un'empatia commovente ritraendo quei giovani – popolani come i butteri, i contadini... – che ogni giorno vivono compiendo piccoli gesti, accudiscono i cavalli, svolgono il turno di vedetta come In vedetta. Il muro bianco (1874 ca.) in cui si intrecciano narrazione e parti liriche... e quando arriva la posta come in Posta militare al campo (1872 o 1874).

Fattori risulta estremamente preciso nei Ritratti. Una galleria di umanità (rappresentata sia realisticamente sia psicologicamente) – popolata da piccoli grandi eroi i quali tra fragilità e stenti lottano per sopravvivere acquisendo ciascuno dignità di "persona" – diviene simbolo di una raggiunta serenità che esalta la semplicità e l'autenticità di ognuno tanto da farlo apparire enigmatico come ne Lo scialle rosso (1882-1885), nel Vecchio marinaio (1885-1890) e in Lupo di mare (1890 ca.). 

Giovanni Fattori 1825-1908- Il genio dei Macchiaioli, 2025. Installation view, XNL, Piacenza
Giovanni Fattori 1825-1908- Il genio dei Macchiaioli, 2025. Installation view, XNL, Piacenza

Magnifici i paesaggi in un costante rapporto tra arte e vita di "En plein air" tra la costa livornese e Castiglioncello, genere suggerito da Nino Costa con risultati di assoluta armonia tra mondo elementare e assoluto e un linguaggio poetico che si sofferma sulle "piccole cose" come in Pagliaio (1890-1895). Straordinari i blu di Mare azzurro (1865 ca.) e il cobalto de La punta di Romito con barca e pescatori (1866 ca.): una natura aspra e spoglia plasmata da venti e salsedine come i volti di pescatori (e dei suoi contadini) segnati da preoccupazioni, malattie, privazioni... eppure sereni.

In Intime impressioni di luce una serie di capolavori tra vita campestre e marina abbracciano l'arco delle stagioni come Grano tra gli ulivi (1887-1888) dalle raffinate trasparenze, velature e riflessi. Cavalli e buoi sono i protagonisti amati e rispettati di Fuga in maremma alla ricerca dell'autenticità quando Fattori soggiorna presso il principe Tommaso Corsini sia sull'Appennino tosco-emiliano, sia nella campagna grossetana in anni in cui si dibatte della vita contadina e di come migliorare e modernizzare la produzione e il rapporto tra agricoltura, industria e commercio. L'esaltazione del mondo rurale si contrappone all'incalzante avanzare della dimensione cittadina che cela con la sua apparente maestosità le miserie senza risolverle. Sembra quasi che gli animali possiedano la stessa anima dei butteri in Mandrie Maremmane (1893) in cui tutto appare unito e separato. Ne I disegni l'artista manifesta una mano impareggiabile sia nei fogli preparatori di dipinti, sia nei numerosi primi studi grafici tanto da desiderare di averli a portata di mano per contemplarli come Studio per il trombettiere (1875 ca.) che Fattori isola dagli altri militari, Testa di cavallo (1870-1875 ca.) 'pensoso' e Studio di buttero a cavallo (1885 ca.).

Contemporaneo e originale Fattori incisore del quale si conserva un corpus di circa duecento incisioni le cui matrici in rame e zinco sono custodite a Firenze presso il "Gabinetto dei Disegni e Stampe degli Uffizi". Tra le acqueforti in esposizione, tutte eccellenti per l'essenzialità del bianco e nero sapientemente utilizzato dall'artista, risalta per accuratezza dei dettagli La diligenza (La strada del villaggio) (1885 ca.). La rassegna si conclude con uno spazio dedicato al contemporaneo in cui Elger Esser (Stoccarda 1967), fotografo tedesco cresciuto in Italia, con le sue 22 fotografie – caratterizzate da equilibrio tra paesaggio e memoria e vicine al linguaggio pittorico – dialoga con il naturalismo di Fattori accentuando l'interazione tra presente e passato e tra sé e il mondo.

A completamento di "Fattori" che dona fiumi di profonda umanità, non si deve tralasciare l'esposizione (inclusa nel catalogo pubblicato da Dario Cimorelli Editore e nel biglietto di "Fattori" e di uguale durata) Da Ghiglia a Morandi. Ripensare Fattori nel Novecento curata da Barbara Cinelli presso la vicina Galleria d'Arte Moderna Ricci Oddi. Oltre 30 opere tra dipinti e incisioni permettono di comprendere come l'influenza di Fattori sia giunta oltre a Oscar Ghiglia e ad altri pittori labronici anche a Giorgio Morandi, Carlo Carrà e Ardengo Soffici.

Scheda tecnica

Aperta dal martedì alla domenica  dalle 10.00 alle 18.00 - Aperta nei festivi fino alle 19.00

XNL Via Santa Franca 36 - PIACENZA (PC)

Tel +39 329 5617174

Ingresso a pagamento - Biglietti su Vivaticket

 

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